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martedì 12 maggio 2015

Tarvisio, la doppia faccia dello stato: si va a caccia di clandestini.

Stasera stavo parlando con un carabiniere che mi spiega un po' ciò che succede nel mio paese. 

Mi spiega poi che i carabinieri e la polizia sono principalmente in cerca degli autisti (i cosiddetti “passeur”), prevalentemente ungheresi ... povere persone che si organizzano per 300 o 400 Euro e portano intere famiglie in auto fino al confine italiano per conto di una organizzazione malavitosa serba. Quando intercettati , non si fermano neanche al posto di blocco e tirano dritto. E ne hanno tutte le ragioni, visto che rischiano tutti fino a 20 anni di carcere, sia i passeur, sia gli organizzatori dal "sistema".
 
Naturalmente, le forze dell'ordine fermano pero' anche clandestini (profughi) a piedi, perché il passeur li lascia in Austria prima del confine italiano per non essere arrestato. Quindi loro li raccolgono e cercano di identificarli; se qualcuno ha bisogno di cure, il medico spesso non arriva (visto che nessuno lo paga) e poi li rilasciano con una semplice contravvenzione, che probabilmente nessuno paghera'. Come abbiamo scritto, dal loro paese di origine arrivano con vari mezzi in Ungheria, da la' passano in Austria ed arrivano in Italia grazie alle organizzazioni Serbe.  

Mi dice che addirittura qualche clandestino, lui preferisce chiamarli profughi, sa per filo e per segno quasi tutto. Cioè sanno che l’Austria non li accetta e cercano attraverso l’Italia di proseguire verso frontiere meno controllate per entrare in Francia e da la’ in Germania. 

Molti di loro hanno addirittura mazzette di banconote da 500 euro in tasca. Sempre il carabiniere mi fa ha capire che dietro c'è un sistema ben oliato ed e' tutto previsto. Morale della favola ... un “magna-magna” organizzato ed un menefreghismo dell’Austria che, grazie al Trattato di Dublino, qualora li trovi sul proprio territorio, li rispedisce qui in Italia o in Ungheria senza complimenti.

Uno schifo vero e proprio sulle spalle di gente che scappa da situazioni insostenibili, dalla miseria e spesso dalla guerra.

Foto di repertorio - Google

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